Console Usa diffama i No Muos

Ecco. Lo ammetto, e ne faccio un vanto: l'antimilitarismo c'entra ed è l'unica cosa che la signora, console del governo Usa in Italia, azzecca.
E resto fermo nella convinzione che non si debba consentire a chicchessia di considerare la Sicilia una "portaerei naturale nel Mediterraneo": una portaerei non è bel posto dove vivere, prosperare, progredire economicamente e in salute per la semplice ragione che diviene obiettivo militare più che sensibile e prima o poi è destinata a essere colpita, se non affondata.



Per quasi tutto il resto (dico quasi, perché mi sento di darle ragione in un altro punto, ma ne riparliamo più avanti), mi spiace, la signora sbaglia, come del resto cerca di farle notare lo stesso intervistatore. E non mi interessa, qui, se lo fa intenzionalmente, se, cioè, è una "strategia di comunicazione" o se si tratta di semplici imprecisioni in "buona fede".
Sbaglia quando taccia di antiamericanismo i No MUOS, movimento in favore del quale si sono espressi anche scienziati e intellettuali USA e che gode di un apprezzamento "trasversale" fra pacifisti, ambientalisti, salutisti, sostenitori della sovranità popolare. E commette un errore, a mio giudizio grossolano, sempre che io abbia ben compreso, a volere estendere l'accusa di preconcetti antiamericani e antimilitaristi a tribunali, procure e pubblici consessi quali l'ARS, i numerosi consigli provinciali e comunali che si sono espressi contro il MUOS.
Come contro il MUOS si sono espressi scienziati indipendenti e organismi scientifici. Ora non sta a me risentirmi a nome o per conto di costoro (ARS, scienziati, consessi pubblici democraticamente eletti), ma dispiace che chi dice di avere rispetto per il Paese (alleato) che lo ospita (e le sue leggi) esprima pubblicamente giudizi tanto pesanti nei confronti delle istituzioni pubbliche italiane, diffamandole in una intervista rilasciata al più diffuso organo di stampa siciliano. Voglio credere che i propositi della signora siano solo quelli di portare acqua al suo mulino e che il discredito espresso nei confronti delle nostre istituzioni sia davvero casuale e privo di ogni intenzione di diffamazione o di vilipendio.

La signora console, però, ha ragione nel dire che “inizialmente” hanno sbagliato la strategia di comunicazione. E questo è il secondo punto sul quale concordo con lei, ma non vorrei evitare di precisare che continuano a sbagliare anche ora. Toni a parte nei confronti degli oppositori e nei confronti delle istituzioni italiane (magistratura e consessi elettivi), vorrei suggerirle che questo ricorrere ancora una volta a metafore quali quella della lampadina o del povero dottore nel deserto è davvero patetico. Prima alcuni illustri fautori americani dell’impianto, taluni pure in stellette, ci hanno detto che il MUOS ha la potenza di una lampadina, poi che inquina meno di un microonde e ora lei ci informa che se ne può fare un uso sanitario. Ma si rende conto la signora? E si rende conto che ci sta minacciando (noi No MUOS e l'intera nazione) di non si sa quali conseguenze con l’affermazione che “la pazienza è finita”? E non le sembra inopportuno a pochi giorni dall'udienza del CGA? E le sembra una buona scelta, sul piano della comunicazione, affermare che i No MUOS siano un manipolo di intimidatori? Di questo, però, mi risento davvero: noi siamo oppositori politici in un Paese democratico che ripudia la guerra, non certo dei delinquenti. E, quando vogliamo, sappiamo pure essere DIPLOMATICI: come chiunque può vedere, mai le rivolgerei insulti gratuiti... PS: non c'è scritto da nessuna parte che questa è una lettera aperta alla signora console. Non c'è scritto perché non lo è e perché non occorre: è lecito immaginare che le arrivi all'orecchio anche se non gliela indirizzo direttamente. Cari saluti a tutti (e tutti vuol dire: nessuno escluso).

Postato - 30 Maggio 2015 di: Salvatore Giordano